Non vorrei perdere la cittadinanza, ma non amo il caffè. In casa abbiamo una piccola moka ormai in disuso da anni e non teniamo né capsule, né chicchi né polvere di arabica da quell’ultima volta in cui ai nostri malcapitati ospiti toccò un caffè dal gusto di gomma, causa guarnizione imporrata per inattività.
In compenso, mi piace il tè, o tea, come dicono gli inglesi.
Quando ero piccola, il tè toccava in caso di influenza, con zucchero e limone.
Poi, crescendo, i gusti sono cambiati e si sono affinati, anche grazie alla mia regolare frequentazione della capitale inglese.
Quel (troppo) poco tempo che ho trascorso a Londra, ho cominciato ad apprezzare il tea nella sua vera essenza: la coinquilina che mi ospitava, da very british, aveva pronta una tazza di tea in ogni occasione. Rigorosamente puro, se non per quel goccio di latte che lo rendeva simile ad un caffèlatte, ma solo nell’aspetto.
Adesso, se devo prendere un tè, non riesco più ad aggiungerci altro.
Quando Valeria, vittoriosa nella precedente sfida e che si è trasferita a Bath da anni, ci ha proposto di preparare un Afternoon Tea per la gara MTC numero 71, sono stata davvero felicissima, ma mi è toccato studiare tanto anche questa volta!
Ho così scoperto che oltre al classico tè delle cinque, accompagnato da torte, scones, biscottini, sandwich e quant’altro di minuto possa essere preso con le mani, esiste anche un High Tea, che invece diventa una cena vera e propria.
Con il post di Valeria ci siamo perfettamente introdotte in un’atmosfera inglese, che per la sfida ha richiesto anche una corrispondente apparecchiatura all’altezza.
In casa nostra vige il moderno, per cui ho dovuto razziare in giro: casa della mamma era un po’ sguarnita (solo due bellissime tazzine, ma francesi e da caffè). Per fortuna in mio soccorso è arrivata quel genio della Perla D’Arsella, che mi ha invaso WhatsApp di foto dei suoi set di teiere, tazzine, piattini, vassoi, posate e colini.. non mancava niente (se non la memoria al mio cellulare)! E così dopo una serata trascorsa a decidere cosa portarle via (compreso tovaglia e tovaglioli ricamati a mano dalla nonna), mi sono ritrovata con tutto l’occorrente per partecipare a questa sfida.
E domenica pomeriggio, mi sono messa a giocare. Invece delle bambole, ho apparecchiato e mi è sembrato di essere una regina.
Solo per un attimo, però. Perché subito dopo, prima di chiamare a raccolta la ciurma per il tè delle cinque, ho sparecchiato tutto. Non potevo rischiare di sporcare la splendida tovaglia o rompere un piattino!!
In quanto a quello che ho servito, non sono stata particolarmente originale.
Ho scelto il classico English Breakfast, che è un tè nero, che ben si accompagna a stuzzichini ‘grassi’.
Non avevo mai fatto gli scones, ma ne avevo una gran voglia, amplificata dall’alzatina della Perla, che non chiedeva altro se non essere riempita di queste focaccine inglesi. Così ne ho preparati due tipi. Uno con cranberries reidratati in acqua e Ratafià Catalana (perchè siamo internazionali), uno semplice, da farcire nel più classico dei modi: marmellata di fragole e rabarbaro (fatta in estate con una mia vecchia ricetta) e clotted cream, che ho involontariamente servito alla maniera del Devon: prima crema e sopra marmellata.
Avete detto “Clo che”? La clotted cream, che non sono riuscita a trovare, è una crema a base di panna che viene cotta molto lentamente in forno per ore e ore: si formano in questo modo dei ‘grumi’ (clots in inglese) che raffreddati compongono appunto la crema, che si conserva in frigorifero. Ha un gusto particolarissimo, che sta divinamente con gli scones. Potevo non farla? Esattamente: la risposta è no. E infatti trovate pure la ricetta (di Valeria) qua sotto.
Oltre a queste focaccine, ho preparato un cake, molto simile ad un quattro quarti, ripreso da una ricetta del very british Nigel Slater, in cui ho utilizzato la profumatissima marmellata di arance e frutto della passione che avevo preparato tempo fa per il Club del 27. La decorazione finale è la ciliegina sulla torta. Anzi, l’arancia.
Il tea delle cinque è servito. Chi vuole gradire?
Cake con marmellata di arance e frutto della passione
(adattamento di una ricetta di Nigel Slater)
175g di burro
175 g di zucchero
3 uova
1 arancia bio
75 g di marmellata di arance e frutto della passione
175 g di farina autolievitante
per la decorazione
100 g di zucchero a velo
4 fette di arance essiccate
2 cucchiai di succo di arancia
Accendere il forno a 180C e rivestire con carta forno uno stampo da plumcake leggermente unto di burro, in modo da far aderire la carta forno.
In un robot o nella planetaria montare il burro morbido con lo zucchero fino ad ottenere una consistenza morbida, aggiungere la scorza di arancia grattugiata e versare piano piano le uova, leggermente sbattute. Inserire anche la marmellata e alla fine la farina, utilizzando un cucchiaio di legno, ed amalgamandola fino a dissolvere ogni residuo.
Aggiungere il succo di metà arancia e versare nello stampo, livellando la superficie con il dorso del cucchiaio.Cuocere per 40 minuti, controllando la cottura con uno stecchino, inserendolo nella torta e verificando che non sia umido, quando si estrae.
Lasciare raffreddare nello stampo, poi far raffreddare completamente su una griglia.
Setacciare lo zucchero a velo e scioglierlo con il succo di arancia, versandone un po’ per volta fino ad ottenere una consistenza morbida ma non scivolosa. spalmare la glassa sulla torta e lasciarla sgocciolare sui lati, per un look ancora più appetitoso.
Decorare con le fette di arancia essiccata.
Scones
(adattamento di una ricetta di Mary Berry)
per circa una decina di pezzi
225 g di farina autolievitante
1 cucchiaino di lievito per torte
25 g di zucchero
50 g di burro, ammorbidito e a pezzetti
1 uovo
latte
una manciata di cranberries (i mirtilli rossi essiccati)
un cucchiaio di liquore Ratafià Catalana
Preriscaldare il forno a 220C e ammorbidire i cranberries con un po’ di acqua calda e la Ratafia.
Il trucco per avere scones morbidi e soffici è non lavorare troppo l’impasto.
In una ciotola unire la farina, il lievito e lo zucchero. Aggiungere il burro e sabbiare le polveri fino ad ottenere un composto briciolo. Rompere l’uovo in un contenitore graduato ed aggiungere latte fino a raggiungere 150 ml di liquidi. Aggiungere gradualmente la miscela liquida nella farina (potrebbe rimanerne un po’) e mescolare per ottenere un impasto morbido e appiccicoso. Rovesciare su una superficie infarinata, impastare leggermente e aggiungere i cranberries a metà impasto.
Stendere con le mani in un rettangolo alto circa 2 cm e formare tanti cerchi con un coppapasta da 5 cm di diametro, premendo l’impasto e non ruotando la formina per tagliare gli scones.
Adagiare le focaccine su una teglia rivestita di carta forno, spennellarle con un latte o con la miscela di latte e uovo, se fosse avanzata. Cuocere per 15 minuti o fino a che la superficie non diventa dorata (un po’ più dei miei, che sono rimasti pallidini). Far raffreddare su una griglia.
Clotted cream
500 ml di panna liquida
Il procedimento è semplicissimo, ma solo un po’ lungo. Il giorno prima, versare la panna in una teglia, coprirla con carta alluminio e infornarla a 80C per circa 10 ore. Lasciarla raffreddare e versare in un contenitore di vetro. Tenere in frigorifero per raffreddarla e addensarla.
Per servire l’Afternoon Tea
Preparare il tè nero, English Breakfast.
Fate bollire tanta acqua sufficiente a riempire una tazza per ogni ospite, più una per la teiera (questa è una rimembranza dei miei soggiorni inglesi). Versare l’acqua calda nella teiera, in cui avrete inserito un cucchiaino di tè per ogni tazza, ed attendere 5 minuti.
Versare nelle tazze, preventivamente riscaldate con acqua calda, filtrando con un colino.
Preparare anche un bricco di latte ed una zuccheriera (se qualcuno amasse il tè in versione eretica). Servire con i due tipi di scones, clotted cream e marmellata di fragole e rabarbaro e una fetta di cake all’arancia.
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