Sono anni che voglio scrivere questo articolo.
Basti pensare che le foto delle noci nel loro mallo verde sono di tre anni fa.
Che sia la volta buona, questa?
Il 24 giugno è San Giovanni, che di Firenze è il Patrono.
Tradizione vuole, che in questa giornata di festa venga disputata la partita finale del calcio storico fiorentino, giocato dalle rappresentative dei quattro storici rioni di Firenze, ognuna di un colore diverso (Bianchi, Verdi, Rossi e Azzurri).
Tradizione vuole anche che stasera Firenze venga illuminata dai fuochi d’artificio, lanciati dalla collina dove si trova piazzale Michelangelo, famosissimo perchè da qui si gode una delle più belle viste di Firenze.
E tradizione vuole che la città (turisti e fiorentini) si fermi per godere lo spettacolo riflesso sull’Arno e rimanga incantata con il naso all’insù.
Tradizione vuole anche che per San Giovanni si raccolgano le noci.
Sono verdi.
Non sono pronte per essere gustate: il mallo verde riveste un frutto acerbo e dal sapore amaro e allappante in cui il guscio non si è ancora formato.
Ma è questa, da tradizione, la notte giusta per recuperare quei frutti acerbi che andranno a fare il nocino: un liquore digestivo amaro e molto aromatico di cui parla perfino Artusi, secondo cui è grato di sapore ed esercita un’azione stomatica e tonica.
Quel Pellegrino Artusi a cui oggi il Calendario del Cibo Italiano dedica la giornata e che celebra con ricette tratte dal suo intramontabile ‘La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene’.
Io ne ho una copia che mi ha regalato la mamma. E’ la 95° ristampa integrale dell’edizione originale. La copertina è un po’ sciupacchiata, è stata stampata prima che io venissi al mondo e all’epoca costava 1200 lire. Ma le pagine ci sono tutte e le ricette pure.
A leggerle ora, spesso fanno sorridere. Pellegrino, uomo del 1800, aveva un modo di scrivere completamente diverso da quello di oggi e le sue indicazioni sembrano a volte superficiali ed espresse in modo buffo. Ma sono comunque attuali: il suo volume è un patrimonio gastronomico e socio-culturale che non deve andare perduto.
Per questo, e per ricordarlo con una ricetta in qualche modo legata alla giornata del patrono di quella Firenze dove visse nella seconda parte della sua vita, vi riporto la sua ricetta originale.
L’italiano, come tutte le lingue vive, si evolve ma la bontà delle sue ricette rimane immutata.
E poi ditemi se non fa sorridere anche voi!
Ricetta n 750 – NOCINO
Noci (col mallo) n. 30
Spirito, litri uno e mezzo
Zucchero in polvere, grammi 750 (per me semolato)
Cannella regina tritata, grammi 2 (io un pezzetto di stecca)
Chiodi di garofano interi, 10 di numero
Acqua, decilitri 4
La corteccia di un limone di giardino a pezzetti (per me la scorza di un limone bio)
Tagliate le noci in quattro spicchi e mettetele in infusione con tutti i suddetti ingredienti in una damigiana od un fiasco della capacità di quattro o cinque litri. Chiudetelo bene e tenetelo per quaranta giorni in luogo caldo, scuotendo a quando a quando il vaso.
Colatelo da un pannolino e poi, per averlo ben chiaro, passatelo per cotone o per carta, ma qualche giorno prima assaggiatelo, perché se vi paresse troppo spiritoso, potete aggiungervi un bicchier d’acqua.
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