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Buccia d’arancia, quella buona!

Cominciamo subito a mettere le cose in chiaro: la buccia di arancia non è un problema che riguarda eventuali inestetismi femminili.
Come si farebbe senza?
Soprattutto in questo periodo dell’anno le bucce di arancia sono indispensabili, per chi come me, si diletta in cucina a preparare in casa di tutto di più: dai panettoni ai biscotti profumati.
E proprio per questo oggi il Calendario del Cibo Italiano, arrivato quasi alla sua conclusione e realizzato da AIFB (l’Associazione Italiana Food Blogger di cui faccio orgogliosamente parte) celebra questa prelibatezza molto natalizia, con un articolo di Barbara Rangoni ambasciatrice della giornata delle scorzette candite.
Fino ad oggi, però, non mi ero mai azzardata a procedere alla canditura, spaventata dalla lunghezza dell’operazione e allettata dalla più immediata comodità di allungare una mano e riporre nella busta della spesa il vasetto già pronto.
Nonostante l’abituale lettura della lista degli ingredienti, che anche in questo caso mi avrebbe dovuto far riporre il vasetto sullo scaffale (chè per conservare c’è bisogno di anidride solforosa, che forse tanto tanto salutare non è), la fatica ha sempre prevalso sulla coscienza.
Tranne quest’anno.

Scorze di arancia candite

La cassa di arance biologiche, con la buccia bella grossa e per niente lucida e passata a cera, che tutti gli anni arriva ogni tre settimane direttamente da Ribera, mi ha strizzato l’occhio e mi ha convinto.
Ho provato la ricetta di Teresa, con qualche modifica sulla tempistica, che ho ridotto di qualche giorno, riducendo i tempi tra una bollitura e l’altra.
In assenza di glucosio ho usato il miele, ma ammetto che non si arriva allo stesso risultato: lo zucchero tende a cristallizzarsi intorno alle scorzette, rendendole però molto meno ‘commerciali’ e valorizzando la loro natura ‘fatta in casa’.
Tra l’altro, usando le scorze a dadini nei biscotti o nei panettoni, lo zucchero viene comunque assorbito dai liquidi dell’impasto e non si percepisce alquanto.
E pure se uno se le sgranocchia, spelluzzicandole dal barattolo, non ci si fa molto caso, per cui penso proprio che le rifarò, da qui a fine stagione.. chè anche senza conservanti artificiali, in casa durano poco…

Scorze di arancia candite

Scorze di arance candite

4 arance biologiche dalla buccia spessa
zucchero e acqua in peso doppio rispetto alle bucce di arancia
4 cucchiai di miele o glucosio

Lavare bene le arance per togliere residui di polvere e sporcizia. Asciugarle e sbucciarle in quattro spicchi. Con un coltello affilato tagliare tante striscioline di mezzo cm di larghezza e pesarle.
Preparare tanto zucchero quanto il doppio del peso delle scorze.
Per togliere l’amaro della parte bianca è necessario immergerle in acqua fredda, portarla al bollore, scolare le scorze e ripetere il procedimento per tre volte.
In un tegame dal fondo spesso e abbastanza largo da poter contenere le scorze in un solo strato, versare le scorze, lo zucchero in peso doppio, tanta acqua quanto zucchero e il glucosio (o il miele). Su fuoco basso, portare a bollore, poi far sobbollire piano piano per qualche minuto e spegnere. Coprire e lasciare raffreddare.
Tutta qui la difficoltà.
In compenso, ci vuole tanta pazienza, perché questa operazione di bollitura lenta va ripetuta almeno 4 volte al giorno per almeno tre o quattro giorni.
Alla fine del procedimento, lasciare asciugare su una griglia.

Personalmente ho fatto tutto in un normale fine settimana, ripetendo l’operazione più di quattro volte al giorno, non appena le bucce erano di nuovo fredde. In questo modo, con un sabato ed una domenica ce l’ho fatta. Ed il risultato è stato molto apprezzato!
Una volta pronte, decidete voi come usarle:
fatte a dadini in un panettone, in biscotti natalizi come questi cantucci, oppure tuffate in un po’ di cioccolata fusa e lasciate raffreddare su una griglia.
Quelle che avanzano le potete conservare qualche giorno in un barattolo di vetro e, come noi, pescarne una ogni tanto come fosse una caramella!

Scorze di arancia candite
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