Annamaria è andata a scuola con la mia mamma.
Una minuscola scuola di campagna, formata da solo due classi. Non intendo dire due sezioni, ma proprio due stanze: una per la prima e la seconda e l’altra per i bambini di terza, quarta e quinta.
Più che l’unica scuola del paese, sarebbe meglio dire che era l’unica scuola della vallata…
Dopo le scuole (questa e altre più avanti nel tempo), mia mamma ha lasciato la valle per venire a Firenze.
Annamaria invece è rimasta dove è nata ed ha continuato a seguire i campi e quella terra che io ho vissuto tutte le estati da bambina e pure da ragazzina, e che ho sempre nel cuore, anche se non riesco ad andarci tutte le volte che vorrei, per via dei mille impegni che abbiamo nei fine settimana qui in città.
Annamaria e suo marito hanno anche un po’ di castagni e, quando arriva dicembre, arriva anche la loro farina (di marroni), che producono ancora alla vecchia maniera, facendo essiccare lentamente i marroni e poi macinandoli.
Il profumo che sprigionano i sacchetti che invadono casa sotto Natale, è inebriante e per niente timido: continua a farsi sentire per mesi, nonostante sia imprigionato in sacchetti chiusi con un bel fiocchetto! E ancora adesso, nonostante la scorta si sia notevolmente ridotta, basta avvicinarsi al prezioso bottino o spostarlo davanti alle altre farine, che l’aroma delle castagne torna a farsi sentire.
Quest’anno oltre a farci il solito castagnaccio (di cui Fagiolino è ghiotto), ho provato la ricetta della torta di Annamaria, che la mamma mi ha finalmente passato.
Il profumo delle castagne, con la cottura, questa volta ha invaso anche la cucina!
Torta con farina di castagne
9 cucchiai di farina di castagne
2 cucchiai di farina di grano tenero
9 cucchiai di zucchero (per me 7, di cui 4 di canna)
1 bicchiere di oli extravergine di oliva (circa 125 ml)
4 uova (per me 3)
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito per torte
noci, uvetta, pinoli a piacere
Setaccia le farine insieme al lievito.
Monta le uova intere con lo zucchero, unisci il sale, le farine e l’olio.
L’umidità della farina di castagne può variare, per cui se l’impasto è troppo duro, aggiungi un po’ di olio o un uovo (oppure un po’ di acqua).
Aggiungi la frutta secca e cuoci in forno a 180° per circa 30-40 minuti (fai la prova stecchino per capire se la torta è cotta).
Per la decorazione, usa un po’ di frutta secca oppure zucchero a velo.
Chestnut cake
9 tbsp chestnut flour
2 tbsp all purpose wheat flour
9 tbsp sugar (I used only 7 tbsp, cane sugar for 4 of them)
1 glass of extravirgin olive oil (about 125ml)
4 eggs (I used only 3)
1 pinch of salt
16 gr baking powder
nuts, pine nuts and raisins as you like
Preheat oven at 350F/180C.
Sift flours together with the baking powder.
Whisk eggs and sugar until fluffy, then add salt, flours and oil.
Chestnut flour may be more or less humid, then add some more oil, or one egg or just more water should your batter be too thick.
Add dried fruits and nuts and bake for about 30-40 minutes. The cake is ready when a toothpick inserted in the centre of the cake, comes out clean.
Decorate with nuts on top or sprinkle with icing sugar.
12 Comments
il castagnaccio non l'ho ancora mai provato. ma questa torta sembra davvero buonissima, una ricetta e dei profumi che racchiudono tanti ricordi..
6 Maggio 2014 at 15:24Grazie Alice, è proprio vero, questa torta è molto buona e la mente viaggia e torna indietro!
7 Maggio 2014 at 20:40Gaia ma sai che leggere il tuo post mi ha emozionata?!?!? Sì perché mi è tornato in mente quell'ormai lontano 1983… in quella piccolissima scuola elementare di Diano Castello. Io frequentavo la prima elementare e l'aula era in condivisione con i bimbi di quinta :-). Noi di prima eravamo in 3!!
6 Maggio 2014 at 20:36Buona questa torta! Soffice ed al profumo di castagna…che goduria! ;-))))
Un abbraccio, a presto!
Davvero, continuano ad esistere scuole così minuscole?!
7 Maggio 2014 at 20:41Deve essere stata una bella esperienza, e chissà come ti sembravano grandi gli altri compagni!
grazie!
Non amo il castagnaccio, ma – stregata dalle farine – mi sono regalata una pacchetto di farina di castagne che non ho ancora usato. Prima che le farfalline, che – puntuali – compaiono in dispensa alla fine della primavera – se la magino , converrà che la usi magari per un "non castagnaccio" come questo.
Claudette
P.s.: fino all'anno scorso la pluriclasse c'era anche qui, più o meno come quella che descrivi tu….
6 Maggio 2014 at 20:42Esatto, Claudette!
7 Maggio 2014 at 20:44oppure, sai dove anche? in una bella crepe. Farcita con la ricotta e lo zucchero.. come si fa nelle montagne dietro Pistoia!
Che belle le ricette che raccontano una storia…. mi fanno assaporare le cose da un altro punto di vista.
7 Maggio 2014 at 9:17un abbraccio
Carissimi!
7 Maggio 2014 at 20:44è vero, hanno sempre un sapore in più'!
la storia ci resta addosso e la cucina la relizza 🙂 bella storia e bella ricetta.
7 Maggio 2014 at 11:37ti seguo sempre!!!
besos
Sally
Cara Serena,
7 Maggio 2014 at 20:45che piacere saperti passata da qua! un bacio e grazie.
Purtroppo ho finito le scorte della mia farina amiatina, e a comprarla adesso non mi fido. Ma l'ho salvata nella cartella "autunno", perché so già che mi piace DA MORIRE.
7 Maggio 2014 at 20:33🙂
8 Maggio 2014 at 20:35beata te che puoi contare su una ferrea memoria! Io non ricordo più' cosa ho mangiato ieri…
😉