Ancora non ci credo che non me ne ero accorta prima.
Si, va bene, non sono fissa a navigare in rete, nella vita per fortuna faccio anche altro, ma pensavo di avere una certa ‘cultura’ per quanto riguarda i blog di cucina e i loro movimenti.
Invece, mi accorgo solo ora, dopo 5 anni e un po’, che esite The Recipe-tionist ovvero un’abitudine bellissima (perché chiamarla contest è come sminuirla) che ha partorito la Baker.
Non la conoscete? Andate a sbirciare nel suo blog e scoprirete quanto è instancabile, energetica e vulcanica (che sia per via dell’Etna, alle cui pendici abita?).
Ma vi giuro che a conoscerla di persona è molto molto di più!
Insomma, l’abitudine è quella di eleggere ogni mese un blog, tra quelli partecipanti, ed andare a rileggere le sue ricette, quelle degli albori, le ultime, quelle con le foto più belle, quelle che ci ispirano di più con l’idea di farlo rivivere anche in casa di altri.
Sì, perché un blog è una risorsa preziosa, che rimane lì a disposizione di chi ha voglia di cercare e non si limita a leggere l’ultimo post che è stato pubblicato.
Andare a rivederlo, significa ripercorrere la sua storia, ricordare eventi passati o scoprirli per la prima volta e per sentirlo ancora più vicino cosa c’è di meglio se non provare a rifare una sua ricetta?
Sicuramente, nel corso di tutti questi anni, di ricette prese da altri ne ho fatte tante, ma non ho mai partecipato al Recipe-tionist che valorizza in modo corale, per un intero mese, un blog specifico.
E così inauguro la mia partecipazione a questa bella abitudine proprio a gennaio, a inizio di un nuovo anno, con l’intento di provare a scoprire e riscoprire ogni mese un nuovo blog, per onorare il suo curatore e la passione, l’impegno e il tempo che dedica al suo piccolo prezioso spazio in rete!
Questo mese, è il turno di Patty.
La conosco virtualmente da tanti anni, il suo blog mi colpì all’inizio per via del titolo ‘Andante con gusto’ e per il fatto davvero originale dell’abbinamento di ogni articolo con una canzone o una melodia, che poi uno si poteva ascoltare in sottofondo durante la lettura del post. Un’idea geniale e davvero carina!
Dopo il primo impatto piacevole, ho continuato a seguirla perché ha un modo di scrivere che fila liscio e scorrevole e che riflette il suo essere appassionata di cucina, senza nascondersi dietro una maschera da mettere per la vita in rete. Insomma una donna genuina e trasparente.
Penso di averla conosciuta solo un anno fa, nonostante viviamo in due province confinanti, e da allora il caso ha voluto che ci ritrovassimo per lo meno altre 2 o 3 volte in pochi mesi.
Devo dire che è grandissima (di altezza e di cultura) e molto spigliata: una persona con cui è bello condividere momenti di complicità culinaria!
Scegliere una tra le ricette che ha pubblicato non è semplice. Almeno per me, dato che ne ho fatte tante: a partire dal pan brioche esplosivo, al creme brule, al mujaddara.
Ma per questo mese, preferisco scegliere il suo Bonet, che si legge Biunet.
Per concludere le feste appena trascorse volevo qualcosa di semplice e cioccolatoso. In casa tutti amano gli amaretti. E soprattutto i pargoli adorano la libertà di sbriciolarseli da sé a proprio piacimento, a decorazione (e non solo) del piatto.
E così, ecco che le nostre feste si sono concluse con il Bonet di Patty, che è la ricetta tradizionale langarola, riportata da Virginia Prandi nel Grande Libro della cucina Albese, del 1960.
Non ho avuto necessità di variare alcunchè.
Questa è tradizione pura.
BONET
Ingredienti per 8 persone per uno stampo da circa 2 litri
1 litro di latte intero
4 tuorli medi
2 uova intere
100 g di zucchero semolato
100 g di amaretti macinati finemente
80 g di cacao amaro
1 bicchierino di Rum
Per il caramello
150 g di zucchero semolato
50 g di acqua
Fate caramellare lo zucchero in un pentolino dal fondo spesso, o direttamente nello stampo (se avete uno stampo di alluminio) appoggiandolo su uno spargifiamma e mantenendo la fiamma dolce.
Quando il caramello sarà pronto, versatelo nello stampo o se è già lì, ruotatelo in modo da rivestire la base e le pareti. Tenete da parte.
Portate il latte quasi ad ebollizione.
In una larga ciotola sbattete bene le uova con i tuorli e lo zucchero con una frusta a mano. Il composto non deve montare a spuma, ma solo sciogliere lo zucchero.
Aggiungete il cacao setacciato e gli amaretti ridotti in polvere.
Mescolare con la frusta, quindi versate lentamente il latte continuando a mescolare. Alla fine unite il rum.
Versate il composto nello stampo caramellato e posizionate lo stampo in una pirofila in cui ci stia ben largo. Ponete la pirofila in forno già caldo a 170° e versateci acqua bollente, fino a metà dello stampo del bonet, in modo che cuocia a bagnomaria per circa un’ora.
Per capire quando il bonet è pronto, provate a infilare un coltello nel mezzo. Se la lama esce pulita, è cotto.
Togliete lo stampo dal forno, toglietelo dalla pirofila e fatelo raffreddare mettendolo in acqua fredda. Poi tenetelo in frigo a rassodare per una notte.
Per sformarlo, passate una lama affilata lungo i bordi dello stampo, capovolgetelo su un piatto di portata scuotendolo con delicatezza per farlo staccare.
Servito con amaretti secchi ed eventualmente panna montata non zuccherata è la morte sua.
Mi scuso per le foto fatte con il cellulare, ma era periodo di feste in famiglia e la macchina fotografica è rimasta chiusa nell’armadio, onde evitare di tormentare i familiari pure in tali sacre occasioni
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