Quando si dice il destino…
O quando il destino lo guidiamo noi…
Non so di preciso come è andata… fatto sta che:
– lo ZioPiero si è fatto un tour della Sicilia che gli invidio molto,
– io mi sono temporaneamente trasferita vitto e alloggio a casa dei miei, in attesa che la casa distrutta venga rifatta più bella e funzionale di prima,
– a casa dei miei ho trasferito pure il contenuto del mio freezer, tra cui delle sarde pulite con santa pazienza,
-nella temporanea dimora ho trovato un libro di ricette siciliane che mi ha ispirato molto.
La strada è segnata.
Cosa ho preparato, per la prima volta in vita mia, un giorno?
I Sardi a beccaficu, quelli che pure il famoso commissario adora!
Pensavo, nella mia totale ignoranza, che fosse un piatto difficile da preparare e invece si è rivelato così semplice, veloce e saporito che dovrà essere ripetuto, anche quando mi riapproprierò della nuova cucina e del nuovo forno!
Il libro, bellissimo, scritto su carta gialla in tre lingue (siciliano, italiano e inglese) lo prenderò di sicuro in prestito, per sperimentare qualche altra prelibatezza sicula.
Non so se si trova ancora a giro, visto che si tratta di una edizione del 1989, ma potete sempre provare a cercare: “La cucina delle regioni d’Italia – Volume: Sicilia e Isole” di A. Cardella – Ed. Mida – Bologna.
Ecco qua la ricetta delle sarde a beccafico alla palermitana (c’è anche una versione catanese, che prevede l’aggiunta di caciocavallo).
Ve la riporto in italiano 🙂
1 kg di sarde
70 gr di pinoli
70 gr di uva sultanina
8 cucchiai di pan grattato
2 spicchi d’aglio
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di prezzemolo
succo di limone
mezzo bicchiere di olio di oliva
sale
pepe
Le sarde vanno pulite, aprendole dalla parte del ventre, togliendo la testa e la lisca centrale, ma stando attenti a lasciare unite le due parti del dorso.
Si fa tostare appena in poco olio il pangrattato, nel quale vanno incorporati, usando una spatola di legno, l’aglio tritato, lo zucchero, il prezzemolo tritato, i pinoli, l’uva sultanina fatta rinvenire in acqua tiepida e poi strizzata, sale, pepe e l’olio.
Quando il composto sarà ben amalgamato, ne va versato un mezzo cucchiaino su ogni sarda aperta, che poi va arrotolata nel senso della lunghezza.
I rotolini di sarda vanno poi distribuiti in una teglia unta d’olio, uno accanto all’altro, intervallati da una foglia di alloro e cosparsi di un cocktail di olio, succo di limone, sale e pepe.
Si cuociono in forno a 180° per un quarto d’ora.
Io ne ho fatto metà dose e devo dire che mi è avanzato un po’ di ripieno.. mal di poco!! Era squisito anche da solo!
10 Comments
BBBboooone i sardi a beccaficu!!!
La prossima volta trasferitevi da me!!!
30 Giugno 2010 at 6:18😀 😀 😀
Buone le sarde ! sono pesciolini molto saporiti e dal prezzo sempre accessibile, bella ricetta ! grazie, Ale
30 Giugno 2010 at 6:45Daniele impazzisce se gli faccio vedere la tua ricetta…buona giornata,de
30 Giugno 2010 at 6:58Eccolelà.
Queste farebbero impazzire… Nonno Oli ! ! !
Mimì
30 Giugno 2010 at 7:24adoro le sarde a beccafico…non posso non adorarle da sicula che sono…è una delle prime richieste che faccio alla mia mamma quando torno giu da lei !!!!! buone!!!!!;);)
30 Giugno 2010 at 8:04Che buone che sono!!! Le voglio anch'iooo!
30 Giugno 2010 at 8:08Le mangiavo sempre a Catania, ma erano accoppiate, impanate e fritte!
30 Giugno 2010 at 8:57Non conoscevo questa versione palermitana!
ciao francesca
Come mi piacerebbe avere delle foglie di alloro fresco per fare queste sarde! Devo cercarle, le mie sono secchissime e datate (anche se buone per altri scopi) 🙂
30 Giugno 2010 at 9:06le sarde a beccafico sono meravigliose.
30 Giugno 2010 at 12:22posso passare mangiarne una?
eccomi, in ritardo…
grazie a tutte/i per i commenti!
a presto!
4 Luglio 2010 at 21:19